Le Statue Parlanti di Roma sono così chiamate perché, a partire dal XVI secolo, mani anonime vi affiggevano messaggi detti “pasquinate”, nome derivato dal più noto rappresentante del gruppo, il Pasquino. Solitamente in versi, in lingua oppure in latino e sotto forma di dialogo, le satire erano rivolte soprattutto contro i governanti e il potere costituito. Affascinanti icone sospese tra realtà, mito e leggenda, le Statue Parlanti di Roma continuano a essere memoria e testimonianza della storia della città, prezioso strumento di continuità e legante tra passato, presente e futuro. L’Associazione Abitanti Centro Storico di Roma, voce propositiva e critica, espressione genuina e tenace degli abitanti del cuore della città- d’intesa con l’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione e la Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma – ne ha promosso e progettato il restauro, per sottolineare, attraverso il loro alto valore simbolico, la capacità della città di Roma di esprimersi ed inventare forme di comunicazione originali. L’iniziativa riguarda in particolare le statue dell’Abate Luigi, di Madama Lucrezia, di Pasquino e del Facchino. La valenza simbolica delle Statue Parlanti rende l’iniziativa unica nel suo genere, anche per la collaborazione stretta, per la prima volta, tra un’Associazione di residenti e una delle istituzione preposte alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale della città. Attraverso il restauro, strumento di conoscenza dell’opera d’arte, le Statue hanno riacquistato pienamente il loro valore artistico